Si è chiusa con un risultato complessivo vicino a 1,7 milioni di euro, inclusi diritti, e una percentuale di lotti venduti del 70% la vendita di Francobolli organizzata da Aste Bolaffi il 22 e il 23 ottobre a Torino. A conferma dell'interesse del mercato, anche in questo momento difficile dominato dall'incertezza, è il grande numero di collezionisti e mercanti arrivati sia dall'Italia sia dall'estero che, pur nel contingentamento delle postazioni in visione lotti e in sala d’aste, hanno fatto segnare il tutto esaurito per l'intera durata dell'evento.
Nel primo dei due cataloghi proposti, realizzato in collaborazione con Soler y Llach di Barcellona, società appartenente al Gruppo Bolaffi, particolare interesse ha suscitato un'ampia selezione di annullamenti del Lombardo Veneto, anche se i realizzi più significativi hanno riguardato la collezione “Savoy” del Regno d'Italia comprendente numerose varietà rare e spesso introvabili.
Al suo interno una bella lettera del primo gennaio 1863 da Spaccafurno per Palermo affrancata con due esemplari del 10 c. dentellato del 1862 (primo francobollo del neonato Regno d'Italia) di cui uno frazionato a metà per formare la tariffa di 15 c., salita fino a 11.000 euro, il doppio della base d’asta. Molto combattuto è stato poi un insieme di sette lotti che radunava al suo interno quasi tutte le tipologie dei falsi per posta del 15 c. litografico del 1863, aggiudicato per complessivi 21.960 euro.
I principali top lot hanno interessato la parte tradizionale dell'asta sulla cui copertina del catalogo campeggiava una delle più belle lettere note con il “numero 1” di Russia, venduta a 12.200 euro. Ottimo risultato, sempre in campo internazionale, ha fatto segnare anche una raccolta di un centinaio di buste con diverse combinazioni del “Penny Black” aggiudicata a 32.330 euro da una base di 20.000 euro.
Tra gli antichi Stati italiani la palma del vincitore spetta invece a una lettera indirizzata da Milano a Padova con due pezzi da 10 c. e una da 15 c. della prima emissione di Lombardo Veneto in affrancatura con un 2 kreuzer dell'equivalente prima emissione di Austria. Il documento, già parte della celebre raccolta di Emil Capellaro dispersa da Bolaffi nel 2007, ha realizzato 29.280 euro raddoppiando la partenza di 15.000 euro. Lo splendido blocco di quattro dell'1 quattrino nero nuovo del Granducato di Toscana (1852), ex collezione Caspary, conferma l'importanza della provenienza storica in filatelia e mette a punto un'aggiudicazione di 18.300 euro da una base di 10.000 euro.
Due evergreen del Regno, quali il 20 c. “Nozze verde” e il 15 c. “Augusto violetto” sono stati infine venduti rispettivamente a 21.960 euro e 21.350 euro.
«A suscitare maggior interesse sono state le affrancature di particolare rarità e i francobolli più importanti e ricercati sia dell'area italiana sia del resto del mondo, a condizione che si trattasse di pezzi in stato di conservazione da ottimo a eccezionale e meglio se provenienti da raccolte prestigiose e storicizzate, come dimostrano i risultati di esemplari che potevano vantare pedigree importanti come Capellaro e Caspary. A questo livello si entra in una fascia alta di collezionismo internazionale in cui i valori più ambiti suscitano sempre interesse e sono combattuti con rialzi significativi», ha commentato Alberto Ponti, specialist del dipartimento.