DAL LEONE D'ETRURIA ALLO STEMMA SABAUDO: I FRANCOBOLLI DI TOSCANA


I francobolli nel granducato di Toscana furono emessi a partire dal 1851/52, in attua- zione della convenzione fondamentale per la Lega postale Austro-Italica, stipulata il 5 novembre 1850 con l’Austria. Il granducato comprendeva i sei compartimenti postali di Firenze oltre a grosseto, Lucca, pisa, Siena, l’isola d’Elba, l’isola di pianosa, l’isola del giglio e altre minori. 
I primi francobolli granducali furono emessi nel 1851, la scelta della stamperia cadde in un primo momento sulla Stamperia granducale ma poi, anche a seguito delle indicazioni giunte dall’Austria, furono utilizzati alcuni locali della Soprintendenza generale delle poste situati in piazza del granduca (p.zza Signoria). per quel che con- cerne l’incisione, la zecca granducale affidò l’incarico al migliore dei suoi incisori, giuseppe Niderost; nella vignetta è raffigurato un Marzocco coronato (conosciuto anche come leone d’Etruria), con lo scudo gigliato, in una cornice con la scritta “francobollo posta- le toscano”. La filigrana della prima emissione è detta “corone granducali” ed è realizzata su carta di colori diversi; le prime tirature erano su carta azzurrata, le successive tirature furono eseguite su carta grigio azzurra e le ultime su carta decisamente grigia. 
Il 19 marzo 1851 furono rifornite tutte le di- rezioni postali dipendenti che provvidero a distribuire agli uffici postali del granducato i cinque valori previsti:
  • - 1 soldo di colore giallo;
  • - 2 soldi di colore rosso chiaro (fuori corso dal 20 ottobre 1852);
  • - 2 crazie di colore celeste;
  • - 4 crazie di colore verde scuro;
  • - 6 crazie di colore turchino. 
per esigenze di affrancatura,il primo luglio del 1851, vennero emessi nuovi valori da
  • - 1 crazia di colore carminio;
  • - 9 crazie di colore bruno viola. 
Firenze era una città di banchieri, manifatturieri, industriali e grandi proprietari con relazioni d’affari internazionali, ed era consuetudine inviare grossi plichi per posta all’estero. per non ricoprire eccessivamente le lettere di francobolli, era perciò necessario un valore più alto; un taglio da 60 crazie, che corrispondeva all’enorme somma di 4,20 lire italiane. Nel 1852, in conseguenza di nuove tariffe e in osser- vanza delle convenzioni con gli altri Stati, le poste granducali aggiunsero altri due valori: 
  • - 1 quattrino di colore nero, il 1 settembre
  • - 60 crazie di colore scarlatto, il 1 novembre 
Nel 1857 la stessa serie fu riemessa su carta bianca, escluso il 2 soldi e il 60 crazie, con filigrana a linee ondulate verticali, attraversate dalla dicitura ii rr poste to- scane. Ebbero validità fino a tutto il 1859. I nuovi francobolli furono immessi a partire dal marzo 1857 via via che si esaurivano le scorte stampate con la vecchia carta, pertanto non esiste un primo giorno di emissione, tuttavia si conosce il mese in cui ciascuno di essi incominciò a essere utilizzato: 
  • - il 6 crazie azzurro chiaro, venne introdotto nel marzo 1857; - il 4 crazie verde, nel giugno 1857;
  • - il 1 quattrino nero, nel giugno 1857;
  • - il 1 soldo ocra, nel luglio 1857;
  • - il 2 crazie azzurro, nell’agosto 1857; - l’1 crazia carminio, nell’ottobre 1857 
Il 27 aprile 1859, a seguito dei moti popolari della Seconda guerra d›Indipendenza, il granduca Leopoldo fuggì da Firenze, facendo decadere il governo granducale. Nel 1860 fu emessa una nuova serie proprio per il governo provvisorio, con lo stemma sabaudo sormontato dalla corona reale, in una cornice rettangolare. 
La serie (1c., 5c., 10c., 20c., 40c., 80c, e 3 Lire) è in lire italiane. Il loro uso fu tollerato fino al 1863.
L’alto valore e lo scarso periodo d’uso hanno fatto sì che oggi siano noti del 3 Lire solo una cinquantina di esemplari nuovi, circa 270 usati, quattro frammenti e solo due lettere. Questo francobollo ha anche un significato politico, in Toscana, infatti, era stata in vigore la lira toscana, e, per chiarire che le lire qui indicate erano quelle nuove italiane e non le precedenti (il cui valore era diverso) si decise di aggiungere la dicitura ‘it’. per ‘italiane’. Era la prima volta che, sia pur in forma abbreviata, appariva quell’indicazione nella filatelia nazionale. Il tre lire di Toscana, com’è chiamato, è oggi uno dei francobolli più noti e classici della filatelia internazionale anche grazie alle due sole lettere complete note. 
I francobolli di Toscana sono fra i più rari degli antichi stati italiani e poiché proven- gono da fogli di 240 esemplari suddivisi in tre gruppi da 80 sovrapposti e separati da un piccolo interspazio di soli 1,5 millimetri, la maggior parte di essi sono privi di almeno uno dei margini. Nell’ultima Asta bolaffi abbiamo avuto il piacere di proporre in vendita un’intera collezione di esemplari nuovi di altissima qualità, fra cui un 60 cr. bordo di foglio a destra eccezio- nalmente marginato e conservato e un 3 Lire del governo provvisorio proveniente dalla collezione Achillito Chiesa straordinariamente fresco e di eccezionale qualità. 
 

Di Matteo Armandi