FRANCESCO DE PINEDO UN VOLO ATTRAVERSO L'ATLANTICO E LE DUE AMERICHE


Pilota di idrovolanti senza eguali nella storia del volo, Francesco De Pinedo nacque a Napoli il 16 febbraio 1890. Amante della letteratura, delle arti e soprattutto della musica, personalità complessa di grande spicco, per niente incline al compromesso e alle soluzioni di comodo, De Pinedo resta un inamovibile punto di riferimento sia nella storia dell’aviazione mondiale sia in quella della Regia Aeronautica. Arruolatosi nella Regia Marina a soli 18 anni, dopo sei anni di servizio De Pinedo ottenne in due mesi il brevetto di pilota che gli permise di transitare nei ruoli della neo costituita Regia Aeronautica, con il grado di Tenente Colonnello. A soli 33 anni venne nominato Capo di Stato Maggiore del Comando Generale dell’Aeronautica. Fra le sue imprese è d’obbligo ricordare il Raid, di circa 55mila chilometri, che gli permise di collegare l’Italia con l’Australia e il Giappone con decollo il 20 aprile 1925 da Sesto Calende e rientro a Roma, con l’ammaraggio sul Tevere il 7 novembre 1925, con cui si guadagnò il grado di Colonnello e il titolo di Marchese. Un’altra memorabile impresa di De Pinedo fu il Raid delle due Americhe, a bordo del “Santa Maria”, idrovolante S.I.A.I. Marchetti S.55 in compagnia del Capitano Carlo del Prete e del Sergente motorista Vitale Zacchetti. Il decollo avvenne il 13 febbraio 1927 da Cagliari e dopo aver percorso oltre 43.000 chilometri in poco meno di 280 ore, con 44 ammaraggi lungo le tappe del percorso, il volo si concluse a Roma il 16 giugno. Durante l’impresa Il “Santa Maria andò a fuoco, vittima non di un sabotaggio ma di un futile e banale errore umano; John Thomason, un giovane assistente al rifornimento confessò, infatti, di aver gettato una cicca di sigaretta nell’acqua, proprio vicino al Santa Maria, senza accorgersi del velo di benzina che galleggiava in superficie. Il nuovo Santa Maria, arrivò l’1 maggio, in poco tempo i tecnici assemblarono tutti i componenti sotto gli occhi vigili di De Pinedo. L’ aereo era identico a quello andato perduto, unica differenza la scritta applicata su una delle due ali: post fata resurgo, il motto della mitologica fenice. De Pinedo ha voglia di completare al più presto la sua impresa, prima che a emularlo si cimentino altri aviatori come Charles Linderbergh, lo sconosciuto pilota americano di cui parlano tutti i giornali. New York, poi Boston, Philadelphia, Charleston, Memphis, St. Louis, Chicago, Terranova, le coste di Spagna e Portogallo e finalmente l’Italia, con l’arrivo a Ostia.  L’impresa, che ebbe vasta eco nella stampa mondiale, inspiegabilmente non fu però ricordata filatelicamente dall’Italia ma solo da Terranova, che soprastampò 6 mezzi fogli da 50 esemplari del francobollo del 1897 da 60 c. con la scritta in carminio su tre righe “AIR MAIL/DE PINEDO/1927” con il quale vennero affrancate le sole 225 lettere inserite nel sacco postale trasportato dal Marchese. Oltre alle buste su citate, sono giunti a noi solamente 75 esemplari allo stato di nuovo e sono annoverati fra i pezzi più rari e ambiti dell’aerofilatelia mondiale. E’ opportuno segnalare che vennero trasportate anche 75 lettere, note come “Corriere supplementare”, affrancate con francobolli non sovrastampati oltre a 20 lettere, aggiunte all’ultimo momento, prive di annulli. Sugli aerogrammi si trovano gli annulli di St. John (20 maggio) e Trepassey (21 maggio) nonché tre diversi timbri apposti in arrivo a Roma. Una lettera del 22 febbraio 1928 scritta da Francesco de Pinedo a Mario D’Alessandri, residente a Tyrone, in Pennsylvania, riporta un messaggio sintetico, ma esplicativo: «Sono spiacente di non poter soddisfare il Suo desiderio poiché tutti quei pochi francobolli e buste relative al mio volo sono stati da me tutti regalati. mi creda cordialmente. Francesco de Pinedo». Il documento conferma quanto rari e ricercati fossero sin da subito i documenti relativi alla missione compiuta dall’aviatore. La promozione a Generale di Brigata Aerea, la preparazione e il comando della prima grande Crociera aerea di massa condotta attraverso il Mediterraneo Occidentale nel 1928, la nomina a Sottocapo di Stato Maggiore della Regia Aeronautica, la promozione a Generale di Divisione Aerea e, nel 1929, l’organizzazione della Crociera aerea di massa del Mediterraneo Orientale, sono le tappe di una folgorante carriera. La vita del valoroso aviatore si spense a New York il 3 settembre 1933 a causa di un tragico incidente aereo. I funerali si svolsero in forma solenne nella Cattedrale di San Patrizio a New York e la salma fu rimpatriata in Italia. La sua figura è da allora universalmente celebrata fra le maggiori personalità storiche dell’aviazione italiana.

di Matteo Armandi