GIUSEPPE GILLIO ARTISTA ORAFO TORINESE


Per festeggiare la nascita del nuovo dipartimento di gioielli di Aste Bolaffi a Torino, ci sembra importante sottolineare la grande tradizione orafa della città che ha espresso interessanti talenti spesso sottovalutati o misconosciuti. Torino ha infatti da sempre apprezzato, acquistato e amato i gioielli in quanto simbolo di bellezza, status sociale e ricchezza. Sede del Regno Sabaudo, la città ha per secoli assistito ai cerimoniali di corte in cui gli abiti e i gioielli delle regine creavano le linee dell’alta moda. Nonostante il trasferimento della capitale da Torino a Firenze, le occasioni per matrimoni, battesimi, balli e feste, anche dei rami cadetti, continuarono a essere importanti momenti di socialità che, aperti gradualmente dal 1870 anche al ceto civile, richiedevano adeguati ornamenti atti a trasmettere il senso di appartenenza ed esclusività.

Le molte richieste di gioielli da parte dell’aristocrazia e dell’alta borghesia tra ‘800 e ‘900 venivano soddisfatte da importanti atelier quali Twerembold, (autore dello scrigno portagioie di 14 kg. donato dalla municipalità di Torino alla Regina Margherita), Musy, il fornitore ufficiale della Real Casa, la ditta Tornotti, Cottié, Felice Marchisio, Guglielmo Capello e altri. Alla fine dell’800 esistevano a Torino una cinquantina di ditte orafe con oltre mille addetti. In questo ambiente culturale si forma una delle più interessanti e meno note personalità nel panorama dell’arte orafa italiana a cavallo tra XIX e XX secolo: Giuseppe Gillio (1867-1963) longevo maestro che, attivo per circa 75 anni, partecipa alla nascita di movimenti importanti quali lo Storicismo, il Liberty, l’Art Deco e il Retrò, aggiornando i suoi canoni con le mode e rielaborandole con stile personale pur rimanendo sempre fedele alla sua arte fatta di classicità di forme. 

Nato a Torino impara giovanissimo nella bottega del padre orefice i primi rudimenti del mestiere. Molto ambizioso e dotato di talento, frequenta la scuola di disegno d‘ornato e la scuola di disegno di fi- gura dell’Accademia Albertina lavorando presso la ditta Tornotti e imparando le tecniche di sbalzo e incisione. La sua sete di novità e lo spirito inquieto lo portano dapprima a Parigi poi a Londra dove lavora per un anno e alle dipendenze della ditta Carlo Giuliano, specializzandosi in gioielli storicistici a imitazione dell’antico. Rientrato a Torino nel 1895 vi rimane alcuni anni confrontandosi con il nuovo linguaggio liberty per poi trasferirsi a Parigi, dove apre un suo laboratorio e collabora con importanti ditte tra cui Cartier. Rientrato definitivamente in Italia nel 1936 accetta la collaborazione a Valenza con la famosa ditta Illario, fornitrice delle più importanti maison internazionali. Gillio continuerà a esercitare la sua arte fino in tarda età collaborando con altri laboratori valenzani. L’artista rappresenta uno dei pochi esempi moderni di Artifex rinascimentale, in grado di eseguire tutte le fasi della realizzazione del gioiello, dal disegno ideativo alla creazione manuale, padroneggiando le tecniche di sbalzo, cesello, incisione, incastonatura fino alla fi- nitura, come dimostrano le svariate tipologie delle sue creazioni che spaziano da cofanetti, cornici, trofei, gioielli e medaglie. Uno dei compiti che la nostra casa d'aste si prefigge con la creazione di un dipartimento dedicato ai gioielli, è quello di fare di Torino un punto di riferimento nel panorama internazionale, che valorizzi dando spazio e visibilità al grande patrimonio d’arte orafa di cui è custode da sempre. 

Di Maria Carla Manenti