L'ITALIA D'OLTREMARE


La seconda metà del XIX secolo fu per l’Italia un periodo storico determinante per lo sviluppo economico e geopolitico. Subito dopo aver conseguito l’unità, il nostro paese imitò le altre grandi nazioni europee insediandosi in territori stranieri e spingendosi nel Corno d’Africa e sulle coste nordafricane.

Eritrea
È una sottile fascia costiera fra l’Etiopia e il Mar Rosso. Tralasciando i primi insediamenti italiani ad Assab e Massaua, la “colonia Eritrea” venne costituita il 1° gennaio 1890 e durò fino al maggio 1936, quando confluì nell’Africa Orientale Italiana.

Somalia
Al confine orientale del Corno d’Africa, la zona centrale era detta anche Benadir, parola araba che significa ‘porti’. Nel 1905 l’Italia costituì la sua seconda colonia, la “Somalia Italiana Meridionale” (presto solo “Somalia Italiana”), corrispondente al Benadir, cioè al territorio di Mogadiscio. Il nord, formato da sultanati locali, era in regime di protettorato. Circolavano monete locali – variate nel tempo – che rendevano complicati i cambi con la lira. Tra il 1925 e il 1927 la lira divenne moneta unica, tutto il territorio venne posto a regime coloniale con l’eliminazione dei protettorati e se ne ebbe il possesso effettivo.

Oltre Giuba
È una piccola porzione di terra, che faceva già parte del Kenya britannico, confinante con la Somalia, sulla destra del fiume Giuba, da cui il nome. La capitale era Chisimaio, un porto sull’oceano Indiano. Il 29 giugno 1925 la Gran Bretagna cedette il territorio all’Italia. Fu amministrato come colonia autonoma per un anno; poi, il 1° luglio 1926, fu annesso alla Somalia, di cui diventò parte integrante.

Tripolitania, Cirenaica, Libia
Il territorio dell’attuale Libia, tra l’Egitto e la Tunisia, è diviso in due regioni del tutto diverse fra loro. A oriente, confinante la Tunisia, si trova la Tripolitania con capitale Tripoli. A occidente c’è invece la Cirenaica, con capitale Bengasi. Agli inizi del secolo le due regioni erano geograficamente, culturalmente, etnicamente molto diverse fra loro, e non comunicavano via terra ma solo via mare. Le due colonie vissero vita separata, anche sotto la dominazione italiana, a partire dal 1911 fino al dicembre 1934, quando furono unite sotto la denominazione di Libia. Nel 1938, la fascia costiera della Libia venne suddivisa in quattro province (Tripoli, Misurata, Bengasi e Derna) e considerata territorio italiano, non coloniale. Il fatto non ebbe però riflessi nei francobolli.

Egeo
Il Dodecaneso (parola greca che significa ‘dodici isole’) è un insieme di tredici isole (cioè le dodici più la principale, Rodi) nel mar Egeo, fra la Grecia e la Turchia. L’Italia le occupò nel 1912, nell’ambito della guerra con la Turchia cui allora appartenevano, tenendole anche nel dopoguerra. Il 1° marzo 1921 alle prime isole si aggiunse quella di Castelrosso, molto più ad est, a ridosso delle coste turche e distante dall’arcipelago. Il regime del territorio, che ebbe poi la denominazione ufficiale di Isole italiane dell’Egeo, non era coloniale come in Africa, ma di possedimento. Nella pratica, non c’era molta differenza amministrativa; il fatto ebbe però molti riflessi in campo filatelico.

Etiopia, Africa Orientale Italiana
L’Etiopia era un vasto territorio indipendente nel Corno d’Africa, governato con un sistema feudale. L’Italia se ne impadronì con una guerra iniziata nell’ottobre 1935 e conclusa l’anno dopo. Nel maggio 1936 tutto il territorio formato dall’Etiopia e dalle precedenti colonie italiane di Eritrea e Somalia (che da allora cessarono di esistere) venne organizzato nell’impero e denominato Africa Orientale Italiana (AOI). Le colonie e i possedimenti italiani saranno poi occupati dagli angloamericani e dai tedeschi fra il 1941 ed il 1943, durante la seconda guerra mondiale, e la sovranità italiana cessò di fatto, allo stesso modo dei francobolli predisposti per questi territori.

I francobolli e le Poste nella Somalia Italiana
Agli inizi del Novecento in Somalia vigevano due regimi particolari. Il primo era quello monetario: circolava una moneta indiana, gli “anna”, divisi in “besa”, i cui valori e rapporti cambiarono nel tempo; queste monete durarono sino al 1925. Il secondo regime era quello coloniale: l’amministrazione era affidata ad una società privata, interessata più al guadagno che all’amministrazione, tanto che nel 1905 l’Italia ritirò la concessione e assunse in proprio il governo della colonia. Nel 1903 la società emise una serie di sette francobolli con soggetti africani, leoni ed elefanti, con lo scopo di venderli ai collezionisti della madrepatria, dal momento che all’epoca gli italiani a Mogadiscio e dintorni erano probabilmente non più di una ventina. I soggetti “esotici” di questi valori furono realizzati senza studi o informazioni particolari: i leoni della Somalia hanno infatti particolari caratteristiche, tra cui poca criniera, che li rendono assai diversi da quelli raffigurati; inoltre, nella regione, non era nota la presenza di elefanti.
Quelli somali furono i primi francobolli ordinari realizzati espressamente per una colonia, e furono disegnati da Leopoldo Metlicovitz, celebre soprattutto per i suoi manifesti pubblicitari. Questi francobolli continuarono a essere emessi sino al 1926, in varie tirature che tenevano conto dei cambi di moneta intervenuti nel frattempo, prima della serie definitiva del 1932, con altri soggetti di ispirazione locale. In Somalia le poste in quegli anni erano organizzate in nove uffici principali che disimpegnavano tutti i vari servizi secondo le stesse modalità di quelli del Regno, e trentaquattro secondari che disimpegnano invece i servizi postali soltanto per l’interno della Colonia.

Di Matteo Armandi