LA GRANDE COLLANA: IL LIBRO D’ARTISTA NELLA SUA BELLEZZA ASSOLUTA


Tutto ha avuto inizio in piazza Carlo Felice 19 a Torino, presso la storica libreria “Dante Alighieri” di Giovanni Battista Fògola – già affermato punto di ritrovo per scrittori, artisti e intellettuali -, quando, nel 1961, il figlio minore Mario fonda, al piano superiore, la “Galleria Dantesca”, sede di mostre, incontri e dibattiti. Poco dopo prende vita una casa editrice, la cui attività si legò in primis a La Grande Collana il cui intento era quello di presentare opere di letteratura antica e moderna internazionale illustrate non da banali riproduzioni ma da incisioni o acqueforti di artisti contemporanei.

Il lavoro dell’artista doveva ispirarsi al testo scelto dal critico letterario Giorgio Bàrberi Squarotti e dallo storico della letteratura Folco Portinari, entrambi direttori della Grande Collana. I volumi, composti artigianalmente con caratteri da stampa a mano, erano tirati al torchio, impressi su carta pregiata “a tino” della Manifattura Magnani di Pescia con il marchio editoriale in filigrana, numerati e firmati dagli artisti. Ciascuna edizione era limitata a un numero di copie contrassegnate a macchina in cifre arabe e prive di tavole, affiancate da 75 copie numerate da I a LXXV, dedicate ai sottoscrittori e corredate da un numero variabile di tavole e da un segnalibro in legno di betulla stampato sui due lati. All’assoluta bellezza estetica dell’apparato figurativo doveva corrispondere una precisa cura filologica. Marziano Bernardi in un articolo pubblicato nella Stampa in dicembre 1965 parla giustamente di una "cultura e squisita arte tipografica in una collana torinese per bibliofili".

Il Dipartimento di Libri Rari e Autografi è particolarmente lieto di presentare in vendita per la prossima asta del 13 dicembre La Grande Collana (lotti 159-200) quasi completa nei preziosi esemplari stampati ad personam, contrassegnati con la lettera “H” e riservati al direttore della collana Giorgio Bàrberi Squarotti che tra l’altro fu anche autore di numerosi libri di critica – in parte per la stessa Collana – e responsabile scientifico del Grande Dizionario della Lingua Italiana della Utet.

Particolarmente importante il secondo volume della Collana, Les Paysans di Honoré de Balzac, uscito nel 1965, a cura di Franco Simone con le deliziose acqueforti dell’artista francese Léopold Survage, fondatore della “Section d’Or” cubista insieme a Braque e Fernand Léger. Tra le illustrazioni spiccano quelle di Giacomo Manzù per la Morte delle Stagioni di Giuseppe Ungaretti (1967), quelle dell’espressionista Ernst Neizvestnyi per il Delitto e castigo di Dostoevskij (1967), di Umberto Mastroianni per la Vita di Alfieri (1968), quelle di Mario Avati (uno dei maggiori interpreti internazionali della maniera nera) dei Viaggi di Gulliver di Swift (1973), di Aldo Salvadori per Vers et prose di Stéphane Mallarmé (1979), e di Ugo Nespolo per La via del rifugio di Gozzano (2005). Tra le collaborazioni di rilievo testuale c’è quella con Mario Praz, che ha prefato e tradotto i Selected Poems di John Donne (1976) e il Volpone di Ben Johnson (1970) – l’ultimo tra l’altro con raffinate e delicate acqueforti a cura di Mario Calandri.

Altra particolarità delle edizioni di Fògola risiede nel fatto che le tavole normalmente non erano stampate al recto di un’unica carta inserita tra le pagine del testo, ma all’interno di un foglio ripiegato anche più volte. Questa curatela artistica rende la tavola quasi indipendente dal libro e sottolinea l’importanza illustrativa e figurativa.

I volumi prodotti da Mario Fògola per La Grande Collana sono da considerarsi tra i più notevoli e importanti libri d’artista italiani del Novecento.
 
di ANNETTE POZZO

SFOGLIA IL CATALOGO D'ASTA