LA PRIMA DI SARDEGNA COME LA PRIMA DI GRAN BRETAGNA


Era il 12 novembre 1850 quando il Conte di Cavour, reduce da una riunione al parlamento Subalpino, annunciò che si era finalmente trovata una intesa sulla Legge per la riforma Postale e per l’introduzione dei francobolli nel Regno di Sardegna.

Oltre che all’influente personalità del Conte, il successo della riforma postale è da attribuirsi alla presenza di numerosi deputati anglofili che si ispirarono alle caratteristiche e ai colori dei primi francobolli inglesi emessi una decina di anni prima.

Precedentemente all’entrata in vigore della Legge, nel Regno di Sardegna, che nel 1850 comprendeva il Piemonte, la Liguria, la Savoia, la Contea di Nizza e l’isola di Sardegna, vigeva la consuetudine che il pagamento del servizio postale fosse a carico del destinatario.

La nuova Legge Postale (1 gennaio 1851) prevedeva nuove tariffe per l’interno, nuove convenzioni semplificate con i principali paesi europei e l’introduzione del francobollo “adesivo” quale mezzo di pagamento anticipato pur consentendo ancora per qualche anno (tutto il 1858) la spedizione di lettere non affrancate con pagamento a carico del destinatario.

Fu il Conte Nomis di Pollone, direttore Generale delle Poste, a incaricarsi di trovare mezzi e metodi di realizzazione, che alla fine fu affidata alla litografia di Francesco Matraire.

I tre francobolli nei valori di 5 c. nero, 20 c. azzurro e 40 c. rosa furono stampati in fogli di 50 esemplari suddivisi in due riquadri da 25 (5x5) con metodo litografico su carta spessa e porosa.
La tiratura non è nota ma si può stimare indicativamente in 250.000 esemplari del 5 c., 900.000 del 20 c. e 90.000 del 40 c.

Innegabile la somiglianza del valore da 5 c. nero con il primo francobollo inglese, il ‘Penny Black’. Su entrambe, a parte il colore, si può notare la mancanza del paese di appartenenza e la scelta di raffigurare l’effigie del sovrano. Nel caso del 5 c. nero di Sardegna l’effigie fu ricavata dalle monete d’oro da 10 e 20 lire in corso all’epoca (incisione di Giuseppe Ferrari) mentre nel caso del Penny Black l ’effigie fu ricavata da una medaglia incisa da William Wyon nel 1837 per la visita di sua Maestà alle corporazioni di Londra.
 
Il valore da 5 c. nero era nato per affrancare le circolari e le lettere per città ed è particolarmente raro in alta qualità sia allo stato di nuovo, sia usato o su lettera.
La difficoltà per i collezionisti di trovare francobolli perfetti, sia nello stato nuovo sia usato o su busta, è legata essenzialmente all’eccessivo accostamento degli esemplari e al modo sbrigativo con cui spesso venivano ritagliati i singoli francobolli dagli ufficiali postali.

Il valore da 20 c. azzurro, destinato ad affrancare le corrispondenze entro i confini del regno, è il più comune allo stato di usato sciolto o su lettera, pur conservando le stesse problematiche di reperimento in alta qualità degli altri valori della stessa emissione.

L’ultimo valore, il più raro della prima emissione di Sardegna, è il 40 c. rosa, usato singolarmente per le lettere a doppio porto per l’interno, quelle per la Svizzera e quelle indirizzate nel Lombardo Veneto, secondo le diverse distanze.
L’ultima asta ha visto la vendita di due serie complete nello stato di nuovo, in qualità diversa fra loro: il lotto 1004, con una partenza di 7.500 euro, ha fatto segnare un’aggiudicazione di 10.370 euro, mentre il lotto 1005, da una base di 5.000 euro, ha realizzato di 11.590 euro.

Nella prossima asta autunnale verrà posta all’incanto una terza serie completa, in qualità decisamente superiore alla media.

di MATTEO ARMANDI