LE PIN: LA BREVE STORIA DI UN GRANDE VINO


La regione di Bordeaux in Francia è da sempre considerata terra di grandi vini, i più conosciuti, costosi e apprezzati di tutto il mondo. Château Margaux, Château Lafite Rothschild, Château Haut-Brion e Château Latour hanno un passato millenario che ha fatto la storia dei vini pregiati.

La prima classificazione ufficiale dei vini francesi fu introdotta da Napoleone III all’esposizione universale di Parigi nel 1855. In quell’occasione i vini più costosi vennero classificati come Premier grand Cru. Ordinamento tutt’oggi in vigore che denota la qualità di un vino ma anche il suo prestigio. Il Liv-ex, principale indice odierno di riferimento dell’industria del vino, ha ipotizzato lo scorso anno una riclassificazione in base all’andamento del mercato delle ultime cinque annate dei vini bordolesi. Alcuni produttori di questa regione, esclusi dalla classificazione del 1855 e da quelle successive, ai prezzi attuali sarebbero sicuramente dei first growth: Château Ausone, Cheval Blanc, Lafleur, Petrus e Le Pin su tutti. La storia forse più recente è proprio quella di Le Pin, non propriamente uno Château, che è iniziata nel 1979.
In quell’anno infatti la signora Laubie, la cui famiglia era proprietaria del terreno dal 1924, ha venduto il vigneto di un ettaro alla famiglia belga Thienpont, proprietaria del vicino Vieux Château Certan. La tenuta, che si trova sulla riva destra della Gironda, nel cuore dell’appelation Pomerol vicino al villaggio di Catusseau, oggi comprende 2,7 ettari, alcuni dei quali aggiunti successivamente. I vigneti si estendono su un terreno argilloso e sabbioso con ghiaia e depositi di ossido di ferro. La varietà delle uve è Merlot per il 92 % e Cabernet Franc 8%, le viti hanno un’età media di 32 anni. Fino al 1978 le uve venivano vendute oppure venivano fatti dei blend per produrre vini comuni. Le cose iniziarono a cambiare con la proprietà belga, guidata da Leon, che acquistò la proprietà per un milione di franchi francesi, all’epoca un sacco di soldi. Al momento della vendita la cantina era in cattive condizioni. Lo Château era niente più che un capannone usato come rimessa per gli attrezzi. La casa era fatiscente e aveva bisogno di manutenzione. Fu Alexandre, figlio di Leon, a stabilirsi definitivamente lì e a riorganizzare la proprietà. In un primo momento si pensava quelle vigne sarebbero diventate parte di Vieux Château Certan, ma l’idea svanì rapidamente e fu così che nacque Le Pin, il cui nome deriva dall’albero di pino solitario che cresceva vicino alla cantina. L’azienda attualmente è guidata dal cugino Jacques Thienpont, l’enologo invece è Dany Rolland, moglie del celeberrimo e molto discusso Michel Rolland. Le Pin è stato probabilmente il primo Château in tutta la regione ad adottare la fermentazione malolattica in barrique. Un procedimento che è nato casualmente. Nei primi anni non avevano abbastanza contenitori per la fermentazione di tutti i vini. Così, per necessità, dopo la fermentazione alcolica, trasferirono il vino in botte e l’esperimento funzionò. La cantina era una stanza di cemento semplice, piccola e fresca che aveva la capacità di contenere solo poche botti. Per questi motivi Le Pin è considerato da molti il predecessore del vin de garage, definizione che trova molti oppositori, tra cui i proprietari. La prima annata di Le Pin venne affinata in botti di rovere francese usate che provenivano da Vieux Château Certan e il costo della bottiglia era 100 franchi. Il prezzo all’epoca era molto inferiore rispetto a quello del Vieux Château Certan, nonostante questo era molto difficile trovare acquirenti. Le cose però cambiarono velocemente. Robert Parker è forse il responsabile, più di chiunque altro, della fama di questo vino. Prima dell’annata 1982 non molte persone al di fuori di Pomerol avevano sentito parlare di Le Pin. La prima recensione di Robert Parker fu piuttosto tiepida. Con il tempo però le Pin 1982 si è evoluto e Robert Parker ha cambiato opinione. Rapidamente il suo entusiasmo e gli elogi hanno scatenato la caccia al vino da parte dei collezionisti di tutto il mondo. Grazie all’alta qualità e alle poche migliaia di bottiglie prodotte (circa 8000 all’anno), è stata solo questione di tempo: Le Pin è diventato presto un vero e proprio bene di lusso. Dopo il suo acquisto iniziale, Jacques Thienpont ha continuato ad acquistare di volta in volta piccoli filari e appezzamenti di vigna selezionati nel cuore del plateau di Pomerol. Così nel 1985 e nel primo decennio degli anni 2000. È stata sua anche l’idea di aggiungere un singolo tino di acciao inox da 50 ettolitri. Fino a poco tempo fa la cantina e il castello erano piuttosto modesti per un vino di questa importanza, tuttavia, a partire dal 2010, Jacques ha iniziato la costruzione di un nuovo château e impianto di vinificazione. La nuova cant ina, opera dei noti architetti belgi Robbrecht & Daem, è stata completata nel 2012, giusto in tempo per la vendemmia 2011. La cantina, sobria e piccola, comprende attualmente 7 vasche di acciaio inox a temperatura controllata. Il nuovo edificio ha anche una cantina sotterranea che può contenere dalle 30 alle 40 botti necessarie per l’invecchiamento di due annate differenti contemporaneamente.

di Luisa Bianconi