MASSETO IL VINO ITALIANO DA COLLEZIONARE


Che il vino italiano stia ottenendo sempre più visibilità e interesse a livello mondiale è un dato di fatto. Se le aste internazionali fino a qualche anno fa vedevano il primato indiscusso dei vini francesi oggi l’alto livello qualitativo e la storia ormai ultra cinquantennale delle aziende vinicole italiane sta dando i suoi frutti. Collezionisti, broker e acquirenti stranieri sono sempre più alla ricerca delle nostre bottiglie pregiate. L’interesse è rivolto sia al Barolo e Barbaresco d’annata, sia ai Supertuscan più recenti. Nella maggior parte dei casi i quantitativi a disposizione sono molto limitati e il risultato è un incremento piuttosto rilevante del valore di mercato.

Il vino italiano simbolo di questa tendenza è sicuramente il Masseto. Merlot in purezza, viene prodotto per la prima volta nel 1986 con la semplice etichetta Merlot e oggi è considerato dai massimi esperti e giornalisti influenti la bottiglia italiana che più di tutte vale la pena collezionare. La sua popolarità cresce anno dopo anno così come i punteggi ottenuti nelle degustazioni in giro per il mondo. Attualmente è il 3° migliore vino del mondo per qualità, capacità di invecchiamento e prestigio.

Il Masseto, famiglia Frescobaldi, nasce in Toscana nella zona di Bolgheri su un terreno dalle caratteristiche uniche. Dove adesso si trovano le vigne, un tempo c’era una palude nella quale, nel corso dei secoli, si sono depositati sedimenti e argille e dove le invasioni marine hanno contribuito alla salinità del terreno. In epoche successive la terra è stata ricoperta dai detriti dell’erosione delle colline circostanti, che allora erano montagne, composti da ghiaia, sabbia e frammenti rocciosi. Oltre a ciò i terremoti hanno contribuito a far riaffiorare le argille plioceniche che caratterizzano questa area. Il vigneto gode anche di un clima molto particolare. Il sole caldo della Maremma splende tutto l’anno e allo stesso tempo la brezza marina fa sì che la temperatura sia moderata anche in estate. Il terreno fresco e il clima mite da una parte evitano la siccità, dall’altra permettono alle uve di maturare lentamente. Il risultato è un vino con una perfetta combinazione di freschezza e maturità. 

L’idea di piantare una vigna di merlot su questo territorio è venuta agli inizi degli anni 80 all’enologo russo-americano Andrè Thcelicheff. La sua “visione” fu accolta dallo staff della Tenuta che si è impegnato negli anni a fare di questo vino una delle migliori espressioni al mondo del merlot. Quello che rende questo vino unico e così complesso è l’altrettanta complessità e unicità del terreno. In particolare il suolo è suddiviso in tre tipologie diverse. Il Masseto Alto, in cima alla collina del Masseto, a circa 120 metri sul livello del mare, dove il terreno è composto da argille e sabbie ricche di ciottoli che regalano al vino una grande eleganza e raffinatezza. Il Masseto Centrale che è appunto la parte centrale e rappresenta l’anima di questo vigneto. E’ questa la zona più ricca di argille del pliocene con una pendenza del 10%. Qui si ottiene un vino potente, concentrato e tannico e quindi di grande personalità, longevità e struttura. I filari più bassi invece crescono su un terreno meno argilloso trasferendo al vino un carattere più generoso e morbido. E’ la cosiddetta zona del Masseto Junior. Ognuna di queste tre aree è poi a sua volta suddivisa in tante piccole sotto zone con caratteristiche a sé stanti che richiedono attenzioni particolari e vendemmie separate.

Questa complessità spiega le mille sfaccettature di questo vino che necessita grande cura e impegno. Le viti sono seguite con attenzione durante tutto l’anno, la vendemmia di ciascun piccolo appezzamento viene stabilita in base alla maturazione delle uve assaggiate e alle analisi fatte in laboratorio. Le uve vengono raccolte un grappolo alla volta nelle ore più fresche del giorno per conservarne la fragranza arricchendo così la complessità del bouquet. I grappoli sono sottoposti a un’accurata selezione e diraspatura e ogni singolo acino viene controllato e scartato in caso di imperfezioni. La vinificazione avviene su misura per assicurare che ciascun appezzamento del vigneto continui a esprimere nel modo più fedele possibile il suo carattere. Da ciascuna zona si ottengono i vini base, che separatamente vengono fatti fermentare e poi invecchiare in barrique. La fase successiva è quella dell’assemblaggio, il momento in cui l’enologo Axel Heinz decide con quali basi comporre il Masseto. L’obiettivo principale è quello di esprimerne contemporaneamente il carattere inconfondibile e l’unicità dell’annata. Dopo il blend il Masseto torna di nuovo in barrique per un anno dove continua la fase dell’invecchiamento fino all’imbottigliamento. 

L’ultima annata in commercio è il 2011 che ha ottenuto riconoscimenti e punteggi molto alti da tutti i più grandi critici internazionali (100/100 James Suckling) assicurando un futuro ancora più longevo a questo vino e rubando la scena al 2001 fino ad ora considerato il migliore. Il 2011 è stato un anno caldo e asciutto che ha portato a una vendemmia precoce. Condizioni climatiche pressoché perfette durante tutto l’anno hanno reso l’uva molto bilanciata senza tracce di eccessiva maturazione. Il risultato è un vino dalle espressioni tipicamente mediterranee di un’annata calda del bolgherese. Allo stesso tempo prevalgono grande equilibrio e misura nonostante la concentrazione e la maturità. Il colore è consistente e cupo. L’olfatto è un’esplosione di frutta matura con toni tostati e di cioccolata, senza mai però tendere a note cotte o di marmellata. La bocca è densa, larga, concentrata e di grande opulenza con tannini perfettamente levigati e setosi e quel giusto tocco di freschezza nel finale dove si ripresentano le note fruttate e speziate del naso.

Nell’asta di maggio abbiamo avuto il piacere di proporre ai nostri clienti una selezione molto prestigiosa di vini provenienti dalla Cantina Storica Masseto, tra cui una verticale creata appositamente per l’occasione dal 1988 al 1993, 3 bottiglie da 6 Lt. del 1998, 2004 e 2006, una bottiglia da 15 Lt. del 2010 (la nr. 5 di solo 20 esemplari prodotti al mondo), tre Magnum e due Doppio Magnum dell’annata 2011. 

Di Luisa Bianconi