MAURITIUS: DALL'INVITO A UN BALLO ALLE PIÙ GRANDI RARITÀ DELLA FILATELIA MONDIALE


Le prime emissioni di Mauritius entrano di diritto nell’Olimpo dei francobolli più ambiti e preziosi del mondo. La storia di questi pezzi è molto nota: emessi nel settembre 1847 nei due valori da 1 penny arancio e 2 pence azzurro per affrancare gli inviti a un ballo organizzato da Lady Elizabeth Gomm, moglie del governatore della colonia, furono i primi esemplari del Commonwealth britannico a venire alla luce al di fuori dei confini della Gran Bretagna. Per predisporre i francobolli Lady Gomm si avvalse dell’opera di Joseph Osmond Barnard, un incisore e miniaturista inglese approdato a Mauritius nel 1838, il quale, con ogni probabilità per la fretta di completare il lavoro e le scarse informazioni ricevute dalla committente, predispose, accanto all’effigie della regina Vittoria e all’indicazione dei valori, la scritta ‘Post Office’ (‘Ufficio postale’) chiaramente priva di significato. Esaurita la prima tiratura di poche centinaia di esemplari, l’anno successivo si approntò, sempre ad opera di Barnard, una nuova emissione del 2 pence, del tutto identica alla precedente ma con la nuova indicazione ‘Post Paid’ (‘Porto pagato’), più corretta e pertinente. Il valore da 1 penny con la stessa denominazione fu invece emesso solamente nel 1853. Di questa seconda emissione si ebbero varie tirature fino a tutto il 1859.

Le emissioni successive, assai meno ricercate e più diffuse, furono invece stampate a Londra presso la casa Perkins Bacon, la stessa che aveva prodotto i primi francobolli inglesi a partire dal ‘Penny black’. Se si affronta il capitolo della filatelia di Mauritius, l’attenzione dei grandi collezionisti è quindi indirizzata sulle prime due emissioni. Della prima di esse, in particolare, sono a oggi repertoriati solamente ventisette esemplari, quindici da 1 penny e dodici da 2 pence, di cui si contano una manciata di pezzi su busta, sei esemplari nuovi e i rimanenti usati. La grande difficoltà di reperimento di questi francobolli è aumentata dal fatto che la maggior parte di essi fa parte delle collezioni permanenti di vari musei postali, oltre che della Royal Collection di Londra. I rari passaggi in asta di esemplari singoli o su lettera, anche difettosi, fanno da sempre registrare cifre che li collocano tra i top prices della filatelia. L’unica busta affrancata con entrambi gli esemplari, nota come ‘Bordeaux’ per via della sua destinazione francese, è stata aggiudicata, alla sua ultima apparizione in una vendita pubblica nel 1993, per una cifra superiore a 6 milioni di franchi svizzeri.

Più accessibile per numero di esemplari sul mercato è invece la seconda emissione (1848/59), di cui uno splendido esempio è fornito dai due ‘Post Paid’ battuti all’asta Bolaffi dello scorso 29 maggio, entrambi facenti parte della primissima tiratura. Anche in questo caso, va precisato che i pezzi in ottime condizioni di conservazione sono comunque estremamente rari, e tale considerazione è alla base dello straordinario risultato ottenuto nella vendita torinese. Stimati 35.000 euro l’uno, i due francobolli sono stati dapprima battuti singolarmente e poi raggruppati in un unico lotto, con una nuova partenza di 93.000 euro equivalente alla somma delle singole aggiudicazioni, fino a raggiungere un realizzo finale pari a 204.000 euro diritti compresi, decisamente al di sopra della quotazione di 125.000 sterline indicata dal catalogo di riferimento Stanley Gibbons. Si trattava infatti di due tra i migliori esemplari noti, straordinari per freschezza, colori e margini, ed entrambi provenienti da alcune delle più prestigiose raccolte filateliche di ogni epoca. Il loro precedente passaggio in asta risaliva al 1993 a Zurigo, in occasione dell’incanto della collezione del magnate giapponese Hiroyuki Kanai, la più ampia mai dedicata alla filatelia di Mauritius, tanto da annoverare tra l’altro ben sei dei ventisette ‘Post Office’ conosciuti, compresa la busta ‘Bordeaux’ sopra citata.

Il valore da 1 penny arancio aveva fatto precedentemente parte di tre collezioni di eccelso livello a cominciare da quella di Philipp la Renotière von Ferrary (1850- 1917), considerata a giudizio di molti esperti la più colossale della storia per quantità e rarità dei pezzi contenuti, tanto da venire confiscata dallo stato francese alla fine della prima guerra mondiale in riparazione dei danni di guerra subiti da parte dell’Impero tedesco, senza rispettare le ultime volontà del collezionista che aveva invece deciso di destinarla al Museo Postale di Berlino. La vendita della raccolta, avvenuta in 14 tornate d’asta tra il 1921 e il 1926, fruttò alla Francia la cifra, enorme per l’epoca, di oltre 30 milioni di franchi. Altri possessori del raro francobollo furono in seguito lo statunitense Arthur Hind e l’alsaziano Maurice Burrus, proprietario della manifattura di tabacco di Boncourt in Svizzera. Allo stesso modo il 2 pence azzurro, prima di entrare negli album di Kanai, era appartenuto all’industriale farmaceutico Josiah K. Lilly.

Queste aggiudicazioni si pongono nel solco di una serie di importanti realizzi fatti segnare dai francobolli di Gran Bretagna e colonie inglesi nelle ultime aste Bolaffi, e seguono i due importanti esemplari da 2 d. ‘Tyrian plum’ di Edoardo VII (1910) e 500 $ di Giorgio V per gli Straits Settlements (1921), battuti all’asta dello scorso 12 dicembre rispettivamente per 84.000 euro e 81.000 euro.

Di Alberto Ponti