SARDEGNA, I PRIMI D'ITALIA


Nella collezione di francobolli italiani, quelli relativi al regno di Sardegna sono da sempre fra i più richiesti dai collezionisti, e tali si sono confermati anche nel corso dell’ultima sessione d’aste di bolaffi, a dicembre 2013.
I primi francobolli di Sardegna, emessi il 1° gennaio 1851, erano chiaramente ispirati, nella loro iconografia, al modello del penny black inglese che, nel 1840, era stato il primo francobollo del mondo, con il sovrano rappresentato di profilo all’interno di una cornice e l’indicazione del valore facciale nella parte inferiore. La differenza più rilevante era invece costituita dal fatto che Vittorio Emanuele II fosse rivolto a destra, a differenza della regina Vittoria raffigurata con il volto girato a sinistra. I tre valori erano il 5 centesimi nero, il 20 azzurro e il 40 rosa. La collezione presente in asta comprendeva, tra i pezzi particolarmente significativi della prima emissione, un 40 centesimi isolato su lettera del 1° maggio 1852 da ginevra per Moutiers (Francia). La caratteristica che rendeva questo pezzo del tutto eccezionale era il suo utilizzo, in partenza, al di fuori dei confini del regno di Sardegna. Si conosce infatti solo un altro caso simile, sempre di un 40 centesimi annullato a Tunisi. Il francobollo fu considerato valido anche in uno stato estero e la corrispondenza venne tassata in quanto, contenendo un allegato, la tariffa era inferiore a quella prevista. 

La seconda emissione di Sardegna sostituì la precedente ed entrò in vigore il 1° ottobre 1853, anche se i valori erano già stati distribuiti in precedenza agli uffici postali, e pertanto si conoscono alcuni casi di utilizzo precedente a tale data. 
I documenti noti affrancati con l’intera serie (che comprende i valori da 5, 20 e 40 centesimi) sono attualmente pochissimi e particolarmente ricercati dai collezionisti più esigenti e avanzati. Una rarissima lettera di questo tipo, con un’affrancatura tricolore di sei esemplari per complessive 1,50 lire è stata il top price dell’intera asta filatelica.
La monocromia della seconda emissione, che rendeva poco visibile l’effigie del so- vrano, fece sì che dopo pochi mesi venisse approntata una nuova serie che, man- tenendo gli stessi colori di quella precedente, lasciava il profilo del sovrano all’in- terno di un ovale bianco. Entrata in vigore il 18 aprile 1854, la terza emissione era rappresentata in catalogo da numerosi esemplari nuovi, usati e su documento, fra cui due coppie del 5 centesimi, particolarmente ben conservate su una lettera del 2 settembre 1855 da Cagliari per Sassari. 
La quarta e ultima emissione del regno di Sardegna vide invece la luce nel 1855 e rimase in corso fino al 1863 compreso, in tutti i territori che nel frattempo erano diventati parte del regno d’Italia. Caratteristica di questi francobolli è la grande varietà di gradazioni di colore dei valori (5, 10, 20, 40, 80 centesimi e 3 lire), che ebbero numerose tirature in anni diversi. Una striscia orizzontale di quattro pezzi del 5 centesimi su busta del 1857 per Torino si è messa in luce fra i lotti contesi, così come quattro esemplari del 10 centesimi usati il 30 luglio 1859 (periodo di gover- no provvisorio del Lombardo-Veneto) su lettera da Milano per ginevra via Torino. Entrambi i pezzi, di qualità particolarmente elevata, portavano la prestigiosa firma di giulio bolaffi.
Tra gli usi particolari di questa emissione si conoscono rari frazionamenti, vale a dire francobolli tagliati (generalmente a metà), per sopperire, in alcuni uffici postali so- prattutto in Italia centrale (dove i francobolli di Vittorio Emanuele furono distribuiti 
dopo l’annessione alla Sardegna), alla temporanea mancanza di esemplari di valore inferiore, come, per esempio, un esemplare da 40 centesimi frazionato diagonal- mente per il porto di 20 su una lettera del 30 gennaio 1863 da orvieto per Roma.
Capitolo interessante per i risvolti storici oltre che filatelici è quello delle affran- cature miste tra diverse emissioni di Sardegna e tra francobolli sardi e quelli emessi dalle altre amministrazioni postali preunitarie e dal regno. In questa casistica ricade l’unica combinazione nota di un 5 centesimi della prima emissione del 1851 con un 10 centesimi dentellato della prima emissione del regno d’Italia, entrambi utilizzati a Luserna il 16 marzo 1863. 

Un altro grande classico della filatelia risorgimentale è rappresentato dalle affran- cature miste di francobolli di stati italiani con esemplari di altri paesi europei. Ne è una interessante testimonianza una coppia del 5 centesimi della seconda emissione di Sardegna con due esemplari di 20 centesimi “Napoleone” emessi dalla Francia, sulla stessa lettera del 1855 da puy l’Evêque per Torino. Caratteristica del raro docu- mento postale è anche la presenza di uno dei due francobolli francesi formato da due metà di provenienti da esemplari diversi, configurando in tal modo un esempio di frode postale dell’epoca. diffusi in ogni paese fin dalla nascita del francobollo, i riutilizzi di esemplari già usati in precedenza, allo scopo di trarre in inganno l’am- ministrazione postale, sono particolarmente apprezzati dai collezionisti più specia- lizzati e raffinati. 
Di Alberto Ponti