UN GUSTO PER LʼORIENTE


Durante il XVIII secolo tutta l’Europa è attratta dal fascino dell’Oriente e della Cina in particolare; in quasi tutti i grandi palazzi e nelle residenze di campagna, intere stanze vengono rivestite con i pannelli di tappezzeria in seta o in carta di riso prodotte in Cina per il mercato occidentale, esportate a Londra tramite la Compagnia delle Indie e di lì trasportate in tutta Europa. L’Italia e il Piemonte in particolare non fanno eccezione. L’appartamento cinese del Castello di Racconigi fu voluto intorno alla metà del ‘700 da Ludovico Vittorio di Savoia Principe di Carignano; le pareti sono interamente rivestite di tappezzeria, acquistata a Londra nel 1756, in carta di riso acquerellata, a paesaggi con scene di vita quotidiana.
Nell’archivio Roero di Guarene (ora collezione privata) si conserva una ricevuta del mulattiere Andrea Viziano, datata 10 giugno 1774 che testimonia il viaggio di alcuni rotoli di tappezzeria in carta di riso della stessa tipologia, arrivati dal Londra a Nizza via nave e da Nizza, appunto, a dorso di mulo al castello di Guarene, dove ancora oggi decorano le pareti delle due Stanze Cinesi.
Il grande pannello montato della fine del XVIII secolo proposto nell'asta del 24 maggio a Torino (lotto 207), presenta una decorazione molto simile, con cavalieri e barche sul fiume e scorci domestici.
Altre due tipologie di carte in voga nel XVIII e XIX secolo erano quella a decoro naturalistico con uccelli e insetti e quella a decoro floreale. Altrettanto apprezzate all’epoca erano le lacche cinesi e il gabinetto “alla China” o cinese, detto “delle lacche”, di Palazzo Reale a Torino, è uno dei massimi esempi di questo gusto.

Si deve all’architetto Filippo Juvarra il disegno della boiserie in legno intagliato e dorato in cui sono inserite le preziose lacche, acquistate dallo stesso Juvarra a Roma nel 1732 e integrate con alcune realizzate a imitazione dal piemontese Pietro Massa.

Il gusto per l’esotico pervade tutte le arti decorative, come dimostra, ad esempio, il particolare del piano di una scrivania alla mazzarina, opera dell’ebanista piemontese Giuseppe Maria Galbiati (collezione privata, foto courtesy Roberto Antonetto), così come le molte maioliche, porcellane, argenti e bronzi orientali importati nel XVIII secolo dall’Oriente o prodotti in occidente a chinoiserie.

Celebre erede di questo gusto nato a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo e transitato attraverso i secoli fino ai giorni nostri, grazie alla passione dei mecenati e dei collezionisti, è stato certamente Luigi Anton Laura, noto e appassionato studioso e antiquario, che nel corso di sessant’anni ha riunito un complesso straordinariamente variegato, comprendente quasi seimila opere, in cui spicca un insieme di arredi e oggetti orientali e di gusto orientale. La sua collezione è stata donata al FAI perché rimanga intatta nel tempo, insieme a Villa Laura, nella riviera del Ponente ligure, che la contiene e oggi costituisce una preziosa fonte di documentazione per gli studiosi di arti decorative.

Variegata e frutto della grande passione di un noto amatore piemontese, oltre che di anni di ricerche e di studio, è anche la collezione che presentiamo in asta, che spazia dalla Cina al Giappone, dalla Thailandia alla Cambogia e all’Indonesia e rappresenta uno spaccato poliedrico e raffinato del sempre vivo gusto occidentale per l’Oriente.

di Umberta Boetti

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